La Chiesa Greca, da un punto di vista strutturale è rimasta invariata, ciò che è cambiato è il contesto, infatti un tempo era considerata “fuori paese”, alcuni disegni di turisti del ‘700 ne sono testimonianza. Ad un certo punto della sua storia la zona attorno alla Chiesa Greca fu adibita a cimitero, poi nel 1867 la Chiesa venne adibita a cimitero “extra moenia” e ne murarono porte e finestre per evitare l’uscita “di vapori, fumi ed esalazioni infette” derivanti dal colera che decimò il paese. Quando, nel 1893, fu istituita la Confraternita di San Rocco il parroco assegnò ai confratelli la Chiesa Greca, poiché la Chiesa di San Rocco doveva rimanere alla comunità. I confratelli dovettero quindi disinfestare la Chiesa, seppellirono i cadaveri e riaprirono le poche aperture tra cui il rosone, e probabilmente fu proprio allora che sparì il rosone scolpito. Il rosone “scomparso”, molto simile a quello attualmente presente sulla facciata della Chiesa, si dice fosse identico a quello della Concattedrale di Sant’Eustachio di Acquaviva delle Fonti. Inoltre La confraternità eliminò arredi sacri, altari, recinzioni in ferro battuto e altre caratteristiche, architettoniche e sacre, ritenute inutili, fatiscenti e “irrecuperabili” in linea di massima di origine rinascimentale. 

 

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