L’avvento del fascismo portò alla sospensione di partiti, associazioni d’opposizione, organi di stampa e di tutte le forme di partecipazione democratica alla cosa pubblica. In un totalitarismo come quello fascista, la propaganda, il controllo dell’informazione e il consenso delle masse diventarono elementi essenziali per lo sviluppo dell’ideologia di regime. Creare una nuova scuola, dunque, significò educare, e non solo istruire, la gioventù italiana a comprendere il Fascismo. In questo senso, la riforma scolastica ideata da Giovanni Gentile nel 1923, si proponeva di creare una nuova classe dirigente moralmente e culturalmente all’altezza delle tradizioni nazionali e del ruolo rivendicato in Europa, inglobando nella pratica scolastica l’educazione fisica, l’istruzione militare e la partecipazione alle vicende e alle manifestazioni di regime. La scuola viene trasformata per diventare parte integrante dell’indottrinamento e della formazione politica della società nel suo complesso. Ciò fu possibile grazie alla creazione di organizzazioni come l’Opera Nazionale Balilla (ONB) o i Giovani Universitari Fascisti (GUF), istituzioni complementari all’istruzione scolastica a cui era obbligatorio aderire ed il cui obiettivo primario era quello di costruire futuri soldati, uomini pronti a “credere, obbedire e combattere” e di “formare la coscienza e il pensiero di coloro che saranno i fascisti di domani”. L’educazione paramilitare costituiva una parte fondamentale della pedagogia fascista. Divise, marce, esercitazioni, disciplina erano gli strumenti per la formazione dell’italiano nuovo. Il giovane doveva uniformarsi all’immagine di una società dinamica, protesa verso obiettivi grandiosi ma allo stesso tempo, gli era richiesto di inserirsi in un rigido sistema centralizzato e gerarchico. Al vertice della gerarchia, il “Duce” era indicato come l’esempio sublime di “nuovo italiano”. Ciò portò ad un vero e proprio culto della persona. Inoltre l’ONB gestiva corsi di formazione e orientamento professionale, corsi post-scolastici per adulti, corsi di puericultura e d’economia domestica per le donne, dava assistenza igienico e sanitaria, nonché previdenza e assicurazione ai suoi organizzati. Esisteva anche un’alternativa ai Balilla: i marinaretti, un’istituzione premarinara alla quale si accedeva dopo aver ottenuto il nulla osta dalla propria Legione di appartenenza. Tutti gli appartenenti all’ONB avevano una divisa che consisteva in una camicia nera, un fazzoletto azzurro, un pantalone grigioverde, una fascia nera e il fez. Inoltre durante le esercitazioni i ragazzi erano dotati di un moschetto (in versione giocattolo per i Figli della lupa).
Bibliografia
Giulia Antonelli, Michele Bigatton, Francesco Dario, Agnese Lorenzon, Ambra Makuc, Simone Pecoraro, Andrea Raccovelli, La vita dei bambini durante il ventennio fascista, (I.S.I.T. N. Pacassi di Gorizia) Treno della Memoria 2009
De Felice R., Mussolini il duce. Gli anni del consenso, Einaudi, Torino, 1974.
Vito Perrini, La Costruzione Identitaria, tesi di laurea, Siena, anno accademico 2004-2005,
datazione | Prima metà XX secolo |
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localizzazione | Puglia |
proprieta | Archivio Fumarola |
codice_univoco | |
ambito | Scuola |
definizione | Campeggio estivo ONB |